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Dalla ‘Firewitch’ alla ‘Pills’: da Bivio138 le birre artigianali di The Wall - Italian Craft Beer, tra malto d’orzo, luppoli e graffiti 🍺

Qualità, sapori originali e nuovi mix: è questa la filosofia che guida Francesco Ciccone nella scelta delle birre che si possono trovare al suo banco al Mercato Trieste, in via Chiana 109. Tra le diverse proposte, Bivio138, da sempre alla ricerca dei migliori birrifici e micro-birrifici del nostro territorio, offre i prodotti di ‘The Wall’, una delle realtà più innovative del settore con sede nella provincia di Varese: “Alcuni anni fa ho assaggiato la Helles e la Pills e mi sono piaciute molto – spiega Francesco a Roma H24 – Ho capito subito che questo birrificio sarebbe cresciuto. L’azienda ha fatto investimenti sia per il controllo dell’acqua che utilizzano sia per l’imbottigliamento, passando dalle bottiglie alle lattine. Una realtà che spicca anche a livello internazionale nella produzione artigianale della birra ed è un piacere sostenerla nel suo cammino di crescita”.

Una passione genuina e il graffito come tratto distintivo: come nasce ‘The Wall’

Ma quali sono i segreti del birrificio The Wall e che tipo di birre si possono assaggiare da Bivio 138? Il titolare Stefano Barone ci porta virtualmente all’interno della sua creatura: “The Wall nasce nel 2014 e da otto anni è un punto di riferimento nel settore”, racconta a Roma H24.
La sede di produzione della birra si trova a Venegono Superiore, in provincia di Varese: “Tutto è nato un po’ per caso, seguendo l’istinto. Non ho innata la passione per la birra, ma non sono neanche un imprenditore che si butta su un prodotto pensando esclusivamente al profitto”, dice Barone.

Che spiega: “La verità è che mi sono appassionato alla birra in maniera genuina, come fa un bambino, guardando in televisione un documentario sulla produzione di questa incredibile bevanda. È stato amore a prima vista, mi ha colpito come dalla materia prima si arrivasse subito al prodotto finito. Ho preso coraggio, ho fatto dei corsi, ho messo su una squadra di esperti e siamo partiti”.
‘The Wall’ ha preso piede in Lombardia e, con il tempo, in tutta Italia: “Il nome scelto per il birrificio non ha nulla a che vedere con lo storico album dei Pink Floyd”, sottolinea Barone. “Avevo optato per un nome italiano, ma con sconforto ho scoperto che esisteva già. Così si è iniziato a pensare alle etichette. Le nostre sono uniche e molto particolari perché sono come graffiti, realizzati da professionisti che, invece di lavorare sui muri, operano sulle lattine. Da qui l’idea: The Wall”.

Dall’alta alla bassa fermentazione: le caratteristiche delle birre di ‘The Wall’

Una storia particolare, fatta di attenzione ai dettagli e scoperta di nuove frontiere. Caratteristiche che, inevitabilmente, si ritrovano anche nella produzione: “Creiamo diversi tipi di birre, ma un tratto comune è l’elevato quantitativo di luppolo presente e l’alta fermentazione”, sottolinea Barone. “È il luppolo a dare il sapore alla bevanda e a conferirle quell’amaro tipico della birra che la rende unica nel suo genere”.

La nostra prima birra – ricorda Barone – “è stata un’APA. IPA ed APA sono due acronimi dove la prima lettera indica il luogo geografico (A sta per America, I per India) e PA sta per Pale Ale, uno stile birraio tra i più famosi al mondo caratterizzato dall’alta fermentazione”.

La birra APA ha caratteristiche fruttate, meno resinose e un carattere maltato poco marcato. È una birra ambrata e molto schiumosa: “Dopo l’APA ci siamo subito mossi nella produzione dell’IPA (più maltata, forte aroma di luppolo e di gradazione alcolica più alta, intorno al 7%) e della White IPA”, dice Barone.

La produzione è stata sin da subito a ritmi serrati e così la proprietà di The Wall ha deciso di ampliare la squadra con un secondo birraio: “È un appassionato della tradizione tedesca dalle caratteristiche opposte a quelle alle quali eravamo abituati, come la bassa fermentazione”, dice Barone. Che aggiunge: “Piano piano l’offerta si è completata e ora abbiamo birre Pills, Helles e Doppelbock. Su un binario portiamo avanti le birre ad alta fermentazione, dall’altro le più comuni e tradizionali a bassa fermentazione. In magazzino abbiamo solitamente una decina di birre fisse e poi, a rotazione, mix e fantasie proprie dei nostri birrai”.

Dalla ‘FireWitch’ alla ‘Pills’: le birre che hanno conquistato i romani

Una produzione completa e variegata che da Bivio 138, al Mercato Trieste, si può conoscere ed assaggiare: “Il mio consiglio è di provare almeno una volta la ‘Firewitch’, un’American IPA di 6,5% di gradazione alcolica. È una birra ad alta fermentazione prodotta con malto d’orzo e luppoli americani che le donano un profumo molto intenso. Si presenta di colore arancio con abbondante schiuma”, dice Barone.

Per chi, invece, è in cerca di un aroma più fruttato c’è la John Hops: “È una Double IPA di 8,8% di gradazione alcolica”, spiega Barone. Che aggiunge: “Ha un colore giallo paglierino e il lievito a bassa fermentazione le regala grande carattere e un’estrema semplicità di bevuta. Questa bottiglia è stata medaglia d’oro al Bruxelles Beer Challenge”.

“Francesco Ciccone – chiude Barone – mi ha poi confidato che i clienti romani apprezzano molto la Pills e non posso biasimarli. È una birra a basso contenuto alcolico (5%), ma incanta al naso con i suoi sentori erbacei e floreali dati dai luppoli nobili. In bocca il corpo snello lascia spazio ad un finale delicatamente amaro. Una birra facile da bere e proprio per tutti”.

Bivio138 si trova al Mercato Trieste, in via Chiana, 109. Da Francesco Ciccone è possibile assaggiare le variegate birre ‘The Wall’ e tante altre specialità. Tel: 351 9699959.

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